Se hai già letto il mio precedente articolo sulla montagna, saprai che non sono un’amante delle alture, e mia figlia è come me. Un piccolo “difetto” che però mi stimola a trovare idee per gite divertenti (e non troppo faticose!) durante le quali godere dei panorami montani e trascorrere del tempo nella natura. E così, ad agosto di quest’anno sono approdata a PanaRaida, il sentiero d’avventura sul Monte Pana, ideale per una gita in Val Gardena con i bambini.
Prima di raccontarti la mia esperienza a PanaRaida, ci tengo a ringraziare Chiara: è tramite lei che sono venuta a conoscenza dell’esistenza di questo divertente sentiero.

Arrivo e pranzo
Arriviamo al Monte Pana dopo una serie di tornanti. Avremmo potuto scegliere di prendere la seggiovia che parte dal paese di Santa Cristina ma la strada, pur essendo di montagna, non ci sembra troppo stretta e decidiamo di avventurarci. Inoltre preferiamo essere indipendenti con la nostra auto. Scruto il cielo ed incrocio le dita: l’azzurro dell’inizio della giornata cede via via il posto al grigio delle nuvole.
Prima di addentrarci nel sentiero di PanaRaida ci fermiamo per un pranzo veloce. Mentre attendiamo che ci portino quanto ordinato, mi accorgo che da qui la vista del Sassolungo è veramente spettacolare, anche quando viene “incappucciato” dalle nubi.

Il cibo è ottimo. Per me ho scelto un piatto tipico dell’Alto Adige: gli Schlutzkrapfen di segale ripieni di spinaci conditi con burro fuso ed erba cipollina tritata. Vista la temperatura freschetta che c’è, sento di aver fatto la scelta giusta! Completo il pasto con una coppa di gelato alla crema e panna con frutti di bosco.


Il sentiero
E poi via! Seguendo i rossi funghetti segnavia ci portiamo all’ingresso del sentiero: mia figlia si appropria subito della mappa con l’indicazione del percorso ed insieme al papà mi precede lungo la strada mentre io mi soffermo a fare fotografie.


Infatti durante il tragitto si incontra subito una cappella dedicata a San Bernardo. Un ambiente piccolo e raccolto in cui predomina il Crocifisso di legno sulla sinistra dell’altare. Mentre venivo qui ho scoperto che questa è proprio la zona in cui sorgono diversi laboratori di scultura del legno: ne ho visti diversi lungo la strada.



Il sentiero d’avventura è un anello su terreno semi pianeggiante che comprende 9 tappe. In ognuna si svolge un’attività diversa che mette sempre in moto la fantasia dei bambini. Cavallini di legno su cui si può salire e fingere di essere dei cowboy; giochi d’acqua con cui far girare una ruota di legno oppure giocare a fare gli idraulici e mettere in comunicazione dei canaletti; un labirinto particolare fatto con tronchi d’albero; l’altalena gigante a cui non ho resistito!
E poi ancora casette sugli alberi e la mini funivia in legno. Non manca il lato artistico: una delle fermate è infatti una breve galleria dipinta dagli studenti del Liceo Artistico di Ortisei. Qui sono raffigurati animali del bosco, piante e fiori.



Una delle tappe che ha affascinato di più noi adulti (e meno mia figlia) è stata la seconda: il Cinema Natural World Heritage. Un punto di osservazione a 360° sulle montagne intorno attraverso un cannocchiale e le indicazioni per riconoscere le diverse cime. Tempo permettendo, perché nel nostro caso nuvoloni neri hanno coperto parzialmente il fantastico paesaggio.
L’ultima tappa è il biotopo acquatico con un piccolo percorso Kneipp. Un angolo relax con panchine-sdraio e la possibilità di immergere i piedi nell’acqua fresca. Ma giunti qui ha iniziato a piovere ed abbiamo dovuto letteralmente scappare via. Anche se lo spettacolo che le gocce di pioggia regalano, cadendo nel laghetto, ha un fascino particolare e vorrei trattenermi qui ancora un po’. La natura è proprio speciale, vero? Anche la pioggia, che durante una passeggiata in montagna dovrebbe costituire un elemento disturbante, riesce invece a stupire per la precisione con la quale disegna in acqua dei cerchi perfetti, intersecati tra loro.



Geocaching
Sulla mappa presa nel punto d’inizio del sentiero, troviamo anche le istruzioni per il Geocaching.
Ne hai già sentito parlare? È un gioco simile ad una caccia al tesoro praticato sia in Italia che all’estero: dislocati in posti diversi e non troppo visibili a colpo d’occhio ci sono dei contenitori (le “geocache”) che contengono un logbook (un foglio o quadernino da firmare per attestare il proprio passaggio) e talvolta un oggetto che può essere prelevato purché se ne lasci un altro. Se ti interessa, puoi visitare il sito dedicato a questa iniziativa con tutte le spiegazioni.
Il gioco indicato sulla mappa prevedeva di trovare tre geocache, ognuna di queste indicante la posizione della successiva insieme ad una parola chiave. Comunicando le tre parole all’Associazione Turistica Santa Cristina avremmo potuto ricevere una sorpresa. Ci siamo fermati alla prima che abbiamo trovato, purtroppo rotta e con il logbook rovinato dalla pioggia. Abbiamo comunque scritto il nostro nome e cercato di rimettere insieme i pezzi della scatoletta per quanto possibile. Nella foto puoi vedere il contenuto della prima geocache, ma ho cancellato la parola e la posizione della successiva per non rovinarti la ricerca, quando andrai a visitare PanaRaida.

La nostra giornata a PanaRaida si conclude con una merenda calda nel dehor coperto dell’hotel che sorge al termine del sentiero. Qui aspettiamo comodi che spiova prima di tornare all’auto e dirigerci verso la nostra prossima destinazione.
Ancora una volta, sono più che mai soddisfatta di essere venuta in Alto Adige. Un’esperienza da fare assolutamente se si visita la Val Gardena con i bambini.
PanaRaida – Informazioni pratiche
Come arrivare: in località di Santa Cristina Valgardena, si prende la Strada Pana dalla rotonda che si incontra percorrendo la Statale n. 242. Dopo circa una decina di minuti ed una serie di tornanti, la salita termina e ci si trova ad un bivio. Prendendo la strada di sinistra, si arriva nell’area di parcheggio libera di fronte allo Sporthotel Monte Pana. In alternativa si può prendere la seggiovia dal paese di Santa Cristina
Dove soggiornare: PanaRaida è stata una tappa del nostro giro itinerante attraverso il Trentino Alto Adige e siamo quindi arrivati qui al mattino proveniendo da Naz-Sciaves, circa un’ora di macchina. A Naz-Sciaves Abbiamo dormito in un comodo hotel a cinque minuti dall’uscita autostradale (A22 del Brennero) Bressanone-Val Pusteria, Hotel Sonneck. La nostra camera dava sul fronte dell’hotel: era pulitissima, spaziosa e luminosa, dotata di un terrazzino. La colazione a buffet aveva una vasta scelta per accontentare sia chi preferisce la colazione dolce che quella salata. La camera tripla con pernottamento e prima colazione, comprensiva di tassa di soggiorno, è costata 150,00€.
Dove mangiare: abbiamo fatto pranzo presso il ristorante all’aperto dello Sporthotel Monte Pana. Nella stessa struttura si poteva scegliere di fare lo spuntino al bar, sempre all’aperto. Ma il desiderio di provare piatti tipici ci ha fatto propendere per il ristorante. Al termine del giro, abbiamo invece fatto la merenda presso l’Hotel Cendevaves. Sul lato sinistro del dehor si trova anche un piccolo parco giochi per i bambini.
Servizi: abbiamo usufruito delle toilette dei due hotel in cui ci siamo fermati per le soste. Non ho trovato altri bagni pubblici in loco

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